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Il Premio Campiello, il prestigioso concorso letterario nazionale organizzato dagli Industriali del Veneto, è arrivato per la prima volta a Genova. Ed è arrivato grazie a Umana che con la collaborazione di Confindustria Genova ha presentato i cinque Finalisti del Premio riunendoli per un incontro inedito a Palazzo della Meridiana, giovedì 23 giugno, a parlare dei loro libri, ma anche di impresa e cultura.
Alessandro Bertante con Gli ultimi ragazzi del secolo (Giunti), Luca Doninelli con Le cose semplici (Bompiani), Elisabetta Rasy con Le regole del fuoco (Rizzoli), Andrea Tarabbia con Il giardino delle mosche (Ponte alle Grazie), e Simona Vinci con il suo La prima verità (Einaudi).
Una cinquina di altissimo profilo, selezionata alla fine di una agguerrita e lunga votazione pubblica della Giuria dei Letterati (formata da personalità rappresentative del mondo culturale italiano), fra oltre trecento letterati in concorso, tenuta il 27 maggio scorso, a Padova.
Il premio letterario, fra i più importanti nel panorama nazionale, ha raggiunto quest’anno la 54^ edizione e la finalissima, che dovrà decretare il vincitore fra i cinque, si “disputerà” a Venezia il 10 settembre con una proclamazione, la sera stessa, al Teatro La Fenice.

I libri, e i loro autori, sono stati i protagonisti di una serata moderata dallo scrittore e operatore culturale genovese Massimo Morasso. Letteratura, storie, Genova, sono stati questi i temi della serata, ma anche il senso dell’incontro fra impresa e cultura. La cifra, e il successo, di questo premio letterario sta infatti proprio nella strategica e riuscitissima connessione tra il mondo dell’impresa e quello della cultura.

Nato nel 1962 proprio per volontà degli Industriali del Veneto, il Campiello ha anticipato un tema fino ad allora poco frequentato: Impresa e Cultura quali fondamentali fattori di crescita del territorio, una volano dell’altra, capaci di instaurare un rapporto osmotico che può generare valore e ricchezza. E fra i vincitori, Primo Levi (La tregua), Giuseppe Berto (Il male oscuro), Ignazio Silone (L’avventura di un povero cristiano), Giorgio Bassani (L’airone), Mario Soldati (L’attore), e ancora Bettizza, Ongaro, Rigoni Stern, Pontiggia, Tabucchi, solo per fare alcuni, pochissimi nomi fra i grandi della nostra letteratura che son passati di qua.

Un Premio nazionale legato a Venezia e non solo per il nome che porta (simbolo del luogo principe della vita pubblica veneziana che si raccoglieva attorno alle “vere da pozzo” dei campielli veneziani), ma perché il Campiello è forse il premio letterario che più indica all’incontro, alla connessione fra la gente, al dibattito fra le persone.

Vicina alle aziende, parte essa stessa di questo mondo, Umana ha voluto fortemente accompagnare la 54^ edizione del Premio Campiello di Confindustria Veneto perché rappresenta una delle massime eccellenze del nostro sistema culturale. Fatto di talenti che vanno sostenuti e storie che vanno raccontate. Per la prima volta, grazie a Umana, e in collaborazione con Confindustria Genova, il Premio arriva dunque in Liguria, attraverso una prestigiosa occasione di dialogo:

Cultura, impresa e lavoro sono la forza di questo nostro Paese, il nostro patrimonio genetico. Umana – spiega Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana – è una realtà nazionale saldamente radicata al suo territorio, il Veneto, da dove è partita e dove ha voluto con convinzione rimanere. Il Campiello è espressione della nostra identità, di cui andiamo orgogliosi. In questo senso Genova ci assomiglia: terra ricca di talenti e di Impresa, di eccellenze, di cultura e di storia. È su questo che vogliamo costruire un dialogo proficuo e stimolante, partendo proprio dalle nostre radici”.

Intervenuti alla serata, oltre a Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, anche Carla Sibilla, assessore alla Cultura del Comune di Genova, Beppe Costa, consigliere delegato alla Cultura, alla Formazione e all’Education dell’Associazione Industriali di Genova, Valentino Vascellari, presidente del Comitato di Gestione del Premio Campiello. La lettura dei brani tratti dalle opere in concorso è stata curata dal Teatro dell’Archivolto, con Barbara Moselli e Pier Luigi Pasino, accompagnati alla chitarra da Massimo Ceravolo.

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